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All’apparenza sono distratti, iperattivi, a volte oppositivi e provocatori. Il più delle volte il loro rendimento scolastico non è all’altezza e nelle relazioni appaiono ipersensibili o, al contrario, eccessivamente freddi e distaccati. Quasi nulla, ad un occhio inesperto, potrebbe sembrare riconducibile alla descrizione di un bambino plusdotato.

Caratteristiche dei bambini plusdotati
Non c’è un identikit del bambino plusdotato né tanto meno è possibile riconoscerne i “sintomi”. Certamente però occorre una diagnosi attenta, cioè occorre saper distinguere i bambini plusdotati da quelli che sono inquadrabili come ADHD, DSA ecc. anche perché spesso le performance scolastiche non sono granché.
Un bambino plusdotato non è quello che ottiene un punteggio di almeno 130 ai test di intelligenza. Il Q.I. infatti è solo uno degli elementi presenti. Ci sono inoltre peculiarità sul piano affettivo e del pensiero.
Da un punto di vista affettivo un bambino plusdotato è caratterizzato da una elevata capacità percettiva  e analitica delle informazioni provenienti dall’ambiente, abilità che si traduce o in una ipersensibilità, o, viceversa, in un distacco emotivo (che rappresenta una sorta di difesa dall’eccesso di sensibilità).
Su un piano intellettivo invece  è l’aspetto qualitativo del pensiero a fare la differenza: un bambino plusdotato utilizza un ragionamento differente, più articolato, più creativo. Molto spesso, da un punto di vista storico-personale, un bambino plusdotato ha acquisito precocemente il linguaggio, la motricità, le prassie fini e grosso motorie, la lettura, la scrittura ecc. Tali precocità sono segnali predittivi, ma non sono gli elementi necessari e caratterizzanti del funzionamento di un bambino plusdotato.

La diagnosi
È bene effettuare una diagnosi quando c’è da dare risposte alle difficoltà che il bambino dimostra. La diagnosi serve a distinguere un problema da un altro e soprattutto a fare emergere un profilo globale dando riscontro alle potenzialità, abilità e specificità di funzionamento. La diagnosi così concepita è quindi alla base di interventi clinici e didattici capaci di promuovere e valorizzare i talenti.

La scuola
A seguito della diagnosi un bambino plusdotato deve essere accompagnato nel suo percorso scolastico:

  • valorizzando i suoi punti di forza e le sue debolezze
  • adeguando le richieste della scuola alle sue peculiarità e possibilità
  • adeguando il metodo di studio e lo stile di apprendimento affinché il bambino possa rispettare le logiche della scuola

In sostanza si tratta di chiedere alla scuola di cambiare in funzione del bambino e al bambino di produrre le risposte necessaire e adatte al contesto della scuola in cui si trova.

Intervento clinico
L’intervento clinico è finalizzato a aiutare i genitori a stare in relazione con il loro figlio e aiutare il bambino a:

  • tollerare le frustrazioni
  • accettare i limiti e le regole
  • vivere una esperienza di condivisione relazionale
  • appropriarsi/riappropriarsi della propria corporeità
  • modulare le risposte emotive e affettive

Non è facile essere bambini plusdotati. Il “troppo” in genere è dannoso come il “troppo poco”. Per questo l’aiuto specialistico diviene necessario per tutti: il bambino, la famiglia, la scuola.

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