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“Abbiamo fatto dei giochi e mi ha migliorato la vita. Beh prima di tutto mi sono divertita a ‘imparare’ con lui e poi sono migliorata molto dalla prima volta…facevo i 3 all’incontrario…Certo qualche volta mi dicevo ‘che pizza!’ perché mi spremeva il cervello, ma era per il mio bene…” Così una bambina di dieci anni, nella sua semplicità, descrive il percorso di abilitazione-riabilitazione che ha concluso dopo un anno e mezzo di lavoro.

Doppia soddisfazione

Una soddisfazione per entrambi:

  • La bambina ha superato le difficoltà nella lettura, nella grafia e nell’ortografia ed è migliorata notevolmente nelle performance logico-matematiche per le quali ha la certificazione. Ha potuto uscire dalla sensazione di svilimento, recuperando stima e fiducia in se stessa e soprattutto conquistando un equilibrio emotivo tale da permetterle da un lato di fronteggiare le situazioni maggiormente stressanti, dall’altro di esprimersi e dichiararsi agli altri con consapevolezza.
  • Il professionista ovviamente non può che essere soddisfatto dopo un percorso di questo genere. Non soltanto perché ha contribuito al miglioramento qualitativo, ma soprattutto perché lo sviluppo delle abilità c’è stato pure dal punto di vista qualitativo, sviluppo che ha trovato un riscontro positivo sia per gli apprendimenti sia nel rapporto della bambina con se stessa e con gli altri.

Il cambiamento, anche soggettivamente apprezzato, è certamente frutto dell’impegno di entrambi, bambina e professionista, una coppia che ha saputo reagire alle frustrazioni, accogliere le difficoltà, potenziare le abilità e promuoversi verso una crescita globale.

Le ragioni del successo

Come hanno fatto la bambina e il professionista a raggiungere i risultati? Non certo facendo ripetizioni né insegnando strategie compensative precostituite. Il lavoro si è svolto prevalentemente nello spazio, all’interno di una relazione significativa, ha coinvolto il corpo, il movimento, il contatto; ha tradotto in esperienza qualsiasi proposta maggiormente settoriale; ha giocato attività dinamiche e coinvolgenti facendo ritrovare volontà e motivazioni. Un cambiamento, dunque, reso possibile dalla duplice attenzione agli elementi specifici così come alle capacità e disposizioni globali, realizzato per mezzo di un fare dinamico e complesso.

E ora?

Ora la bambina può fare da sola. I miglioramenti sono tali da non consigliare più un impegno tanto grande. Certamente non tutte le difficoltà sono sparite – non era quello lo scopo – però il divario rispetto agli altri si è ridotto, la bambina ha sviluppato strategie alternative per “aggiustarsi” rispetto ai problemi e, soprattutto, sa affrontarli senza perdersi d’animo.

Tuo figlio/figlia ha problemi negli apprendimenti? Noi abbiamo i professionisti adatti a realizzare interventi clinici per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Contattaci attraverso il form o telefonando direttamente ai nostri professionisti. La bambina alla quale si fa riferimento nell’articolo è stata seguita dal dott. Simone Pesci, Psicologo e Psicoterapeuta (Contatto diretto Tel. 333.9640032).

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