Ci sono persone che indugiano nella loro narrazione su sentimenti spiacevoli riferiti ad altri significativi. Di solito il padre e la madre sono i bersagli di questi sentimenti sgraditi. Gli psicoterapeuti le chiamano unfinished business, questioni irrisolte.
Come affrontare le questioni irrisolte
È molto importante che la persona che esprime sensi di colpa, lamentele, dolore ecc. riesca a differenziare le varie emozioni ricollegandole alla memoria episodica. Contemporaneamente si deve riuscire a trasformare un negativo generico in aspetti negativi specifici, cioè si deve meglio definire quali elementi dell’altro sono spiacevoli, non graditi o dannosi: si tratta perciò di cambiare la visione che si ha dell’altro, rendendola più complessa e articolata. Alla fine sarà possibile, anche attraverso l’espressione intensa di specifiche emozioni e l’espressione dei bisogni non soddisfatti, lasciare andare i risentimenti, comprendere l’altro o ritenerlo responsabile delle sue azioni. In certi casi anche perdonarlo e autoaffermarsi.
Unfinished business: la tecnica della sedia vuota con Giuditta
A questo scopo è assai utile il lavoro con la sedia vuota. Il lavoro con la sedia vuota può facilitare il processo emozionale dei sentimenti negativi irrisolti.
È il caso di Giuditta che collocò nella sedia il padre che rappresentava per lei la relazione più difficile. Il dialogo con se stessa e con l’altro le ha con il tempo permesso di ricostruire la relazione che aveva con il padre. Prima della terapia Giuditta si auto attribuiva la colpa del fatto che il padre l’aveva abbandonata, trasferendosi in un altro Stato, e aveva identificato nel proprio aspetto (era in sovrappeso da piccola) uno dei motivi principali del rifiuto – problema che costantemente riviveva anche nelle relazioni amorose attuali. Con la psicoterapia Giuditta ha fatto pace con se stessa dando al padre la responsabilità della scelta fatta, permettendosi di esprimere la rabbia e la delusione e accettando il proprio corpo per come è.
Conclusioni
Far pace con il passato non significa metterci una pietra sopra, ma arricchire la propria esperienza ed elaborare ciò che si è stati in modo più funzionale per il presente.
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