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Proponiamo un riassunto dell’articolo del dott. Simone Pesci, “Psicoterapia cognitivo-costruttivista delle difficoltà nella sfera sessuale” apparso sulla rivista Costruttivismi (2, 2015) che cerca di illustrare come l’autore lavora con persone che presentano problemi sessuali.

La sessualità

La sessualità è uno degli aspetti centrali dell’esistenza umana che comprende, oltre al sesso “agito”, l’identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità, la riproduzione ecc. Essa può esprimersi in pensieri, fantasie, desideri, credenze, preferenze, valori, comportamenti, ruoli, relazioni ed è influenzata dall’interazione concomitante di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, culturali, etici, legali, storici e religiosi.
La sessualità è un’area della vita di ogni persona particolarmente complessa, studiata da molteplici scienze, ognuna delle quali ha fornito un proprio contributo a partire dal proprio particolare punto di vista. Tra le tante la psicologia ha dedicato studi e ricerche a questo tema. All’interno delle scienze psicologiche anche la psicologia clinica e la psicoterapia si sono interessate alla sessualità, in primo luogo perché l’esperienza sessuale è uno dei numerosi elementi di narrazione all’interno di un percorso di cambiamento, in secondo luogo perché le difficoltà e i disagi nella sfera sessuale sono diventati sempre più oggetto di richiesta di aiuto clinico.

Il sintomo nell’ottica costruttivista

L’epistemologia costruttivista comporta l’idea di un soggetto unico e attivo in grado di stabilire e organizzare la propria esperienza con la capacità di auto-determinare i propri percorsi e le azioni, sempre a partire da una realtà interpersonale alla quale cerca di adattarsi. La realtà è una elaborazione individuale di significati rispetto a se stessi e al mondo, resa possibile attraverso il tentativo della persona di dare un senso alle esperienze cui via via va incontro.
L’ottica costruttivista propone un approccio al sintomo, inteso in senso lato come il problema presentato, in cui ogni manifestazione sintomatica, certo portatrice di sofferenza, è espressione visibile del disagio, ma non si esaurisce con il dolore che procura. Il sintomo deve essere letto come parte integrante di quella persona. Ne consegue che la sintomatologia non è qualcosa da combattere, debellare, estirpare, ma è qualcosa da decodificare e comprendere nella storia dell’individuo e del suo modo di porsi in relazione al mondo e a se stesso. Oltre a ciò riveste una funzione protettiva in quanto, pur con sofferenza emotiva, permette al sistema di mantenersi in un certo equilibrio. Il processo di cambiamento è visto come minaccia, in quanto comunque implica la perturbazione di un sistema che, per quanto portatore di sofferenza, è noto e abituale, e in qualche modo rassicurante; la persona del terapeuta è uno strumento di cambiamento perché svolge un ruolo cruciale al fine del processo clinico; la relazione terapeutica assume una importanza basilare.

La psicoterapia costruttivista di fronte alle difficoltà della sfera sessuale

La psicoterapia delle difficoltà della sfera sessuale deve sostituire l’implicito assunto della sessualità problematica con una elaborazione e una ricostruzione dell’esperienza sessuale all’interno delle relazioni nelle quali è messa in atto. L’intento clinico non sarà quello di cambiare una persona per farla adeguare ad un modello di “normalità” e di efficienza, ma sarà quello, attraverso uno scambio reciproco, di favorire, in un cammino fatto insieme al cliente, l’emergere di nuovi scenari possibili. Il terapeuta, alla luce delle conoscenze acquisite nell’esplorazione dei sistemi di conoscenza, dovrebbe analizzare le situazioni di difficoltà nella sfera sessuale, aiutando i clienti ad inserirle nel contesto di quella particolare relazione in cui si attuano. L’elaborazione delle implicazioni personali che il problema comporta può richiedere tempo e impegno e può completarsi o perfezionarsi anche dopo che il sintomo stesso si sia “risolto”.
Detto questo, l’intervento psicoterapeutico dovrebbe essere affrontato con un percorso di coppia anziché individuale; ma, essendo il sintomo stesso inserito in un contesto di relazione e avendo implicazioni non soltanto individuali, risulta essere preferibile la presa in carico della coppia. Il processo psicoterapeutico deve comprendere sia tutto ciò che è “sessuale” sia aspetti non sessuali di un rapporto di coppia.

Prima fase: osservazione e assessment

In termini maggiormente operativi in genere vengono proposti alcuni incontri preliminari da dedicare all’osservazione e all’assessment della coppia, finalizzati a capire come le componenti costruiscono la sessualità, intesa nelle sue molteplici sfumature.  In questo processo occorre considerare attentamente la motivazione e le aspettative discriminando i termini di una domanda esplicita da quelli di una richiesta implicita. Occorre poi, concordando la necessità di un intervento, esplicitare gli assunti teorico-metodologici del percorso e formalizzare l’accordo sul contratto terapeutico.

Seconda fase: l’intervento clinico

Solo in una seconda fase, concettualmente non separata dalla prima, sarà possibile dedicarsi alla terapia vera e propria che potrà o meno, a seconda dei casi, considerare l’opportunità di perseguire anche il cambiamento sintomatico nel breve periodo. Qualsiasi scelta in questo senso deve essere fortemente e attentamente valutata al fine di non colludere con il cliente o con la coppia o, peggio, con uno solo dei due componenti della coppia.
Le modalità di intervento sono la proposta di esperienze centrate sull’individuo e/o sulla coppia da provare e su cui riflettere all’interno della relazione terapeutica. Una terapia che ha successo se porta con sé un cambiamento non solo come eliminazione del sintomo, ma come comprensione dello stesso e se è capace di riavviare il “movimento”. Un sintomo sessuale che rappresenta, come detto, l’esito di una costruzione di sé, dell’altro e della sessualità in senso lato, necessaria, ma non più funzionalmente flessibile. Così l’approccio terapeutico alle difficoltà nella sfera sessuale centrato non più esclusivamente sul controllo esterno del sintomo, pertanto, che potrebbe risultare efficace nel breve e medio termine, tenendo conto della funzione che in un determinato contesto quel sintomo svolge, può aiutare a mettere a punto strategie terapeutiche più efficaci soprattutto nel lungo termine.

dott. Simone Pesci

Questo è solo un riassunto. Puoi trovare la pubblicazione originale sulla rivista Costruttivismi. Se hai bisogni di una consulenza sessuologica o vuoi approfondire contatta il Centro Studi Specialistici Kromos attraverso il form di contatto o chiamando direttamente uno dei nostri specialisti in materia:

 

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