Che lo vogliono o no, i genitori hanno il compito di educare. Insieme alle cure fisiologiche, infatti, devono cercare di fornire quell’amore incondizionato e promuovere il processo di sviluppo. Ovviamente nessuno sa come si fa e nessun consiglio può essere tanto buono da essere efficace per tutti: caso mai si possono fare proposte e considerazioni, nulla di più. E questo è ciò che ci proponiamo di fare.
Iniziamo con il dire che il comportamento del bambino è frutto dell’interazione fra abitudini e regole date dai genitori e il suo temperamento: ogni persona, infatti, nasce con una serie di capacità e potenzialità che le consentono di interagire attivamente con gli adulti di riferimento, influenzandone l’accudimento e la funzione educativa. Un bel sollievo, no?, pensare che non è tutta opera (o “colpa”, come dicono alcuni) dei genitori!
Non esiste dunque una ricetta universalmente valida per educare i figli: l’unico vero principio universale è quello di vedere il proprio figlio nella sua unicità, adattandosi di volta in volta alle situazioni e al proprio bambino che cambia.
Il vero punto della questione però è: “perché” educare? Lo scopo dell’educazione dei figli è quello di dar loro la possibilità di autoregolarsi e di affrontare così le situazioni che la vita presenterà loro. E allora come si può trovare un modo di educare “giusto”? Come detto, niente consigli, ma spunti di riflessione:
- Aspettative adeguate: il significato che i genitori danno al comportamento del figlio influenza la loro reazione. Se deve essere bravo in tutto, per esempio, qualsiasi mancanza o capriccio sarà visto come un problema grave.
- Reazioni ben gestite: di fronte ad un comportamento problematico o indesiderato nel genitore si attivano emozioni che deve saper riconoscere e gestire per non esserne sopraffatto e per non offrire una risposta impulsiva e disadatta. Un genitore che non si conosce farà fatica a modulare le sue risposte.
- Dare senso ad ogni comportamento: anche se non sembra, il comportamento indesiderato o problematico di un bambino è sempre il modo migliore che ha trovato per far fronte ad una situazione, per gestire un problema o per esprimere qualcosa. Tutta la partita si gioca all’interno del sistema famiglia negli scambi intersoggettivi.
- Agire “con” e non “contro”: quando un bambino si comporta “male” è sempre utile far capire che gli vogliamo bene, che abbiamo capito ciò che prova, ma che non può agire “quel” comportamento. Comportamento e persona sono cose diverse.
- Autorevolezza e positività: dare ad un bambino delle regole è un atto d’amore perché, anche quando gli risultano scomode, sono delle preziose guide che lo aiutano a orientarsi nel mondo. I genitori non potranno mai essere amici dei loro figli.
- Ascoltare i segnali e i bisogni: oltre alle regole ci sono i bisogni del bambino che vanno compresi e, se possibile, soddisfatti. Ci sono infatti regole necessarie e altre negoziabili.
- Disinnescare: a volte è bene distogliere l’attenzione del bambino da qualcosa che crea un conflitto o alimenta la tensione proponendogli qualcosa di diverso e alternativo. Rimanere sul “pezzo” non aiuta ad uscire dal problema.
- Coerenza: i genitori sono più efficaci se si supportano a vicenda, se condividono le regole e i provvedimenti eventuali. Avere una mappa è meglio che averne due differenti.
Che ne pensi? È qualcosa che da genitore riesci a gestire? Forse questi spunti di riflessione ti sono stati utili per aggiustare il tiro, lo speriamo. Nel caso tu avessi bisogno di una mano (che significa un supporto e un aiuto a trovare il tuo modo) noi possiamo dartela. Chiamaci al 333.9640032 o scrivici attraverso il form di contatto. puoi anche contattare direttamente uno dei nostri professionisti. per queste cose ti suggeriamo:
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