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Qualcuno afferma che scrivere in corsivo in un mondo digitalizzato non serve. È come dire che parlare in un mondo sempre più virtuale, fatto di ridotti contatti sociali, non è utile; è come dire che studiare la storia quando esiste wikipedia non ha senso.
Il corsivo nasce come forma di scrittura veloce (già nell’antico Egitto!) e fino ad oggi è stato il modo più usato per scrivere a mano sia nei rapporti privati che in quelli commerciali.
Negli ultimi anni, spinti anche dalle pressioni tecnologiche di alcuni sponsor, in alcuni paesi l’insegnamento del corsivo è stato messo in discussione. Salvo poi, nella maggior parte dei casi, ritornare a insegnarlo ancora più convinti.

La crisi della scuola e il dibattito sul corsivo
Pure in Italia nel tempo si è acceso il dibattito sull’insegnamento del corsivo e con il riconoscimento della disgrafia come disturbo che richiede tutele specifiche (L.170/2010) alcuni studiosi hanno minimizzato l’importanza della scrittura corsiva.
I bambini con disgrafia rispetto a questo tema sono tirati per la giacchetta: con loro il problema dell’insegnamento del corsivo si vede e quindi si cerca da più parti di sfruttare la situazione. Di fronte ad un bambino con problemi di scrittura e/o lettura, se può, la scuola frequentemente opta per non insegnare il corsivo, sostenuta dalle certificazioni di DSA e dalle direttive ministeriali in merito. L’idea, che ha un suo fondamento, è che insistere affinché il bambino scriva in corsivo può rendere difficoltoso l’apprendimento della lettura, dell’ortografia ecc. Che succede quindi? Il più delle volte si risolve facendo scrivere in stampatello o dotando il bambino di un computer.
I produttori vedono ovviamente di buon occhio la digitalizzazione della scuola e, infatti, non hanno buoni motivi per non promuovere l’adozione di tablet e PC. Ma non è loro la colpa di “arrendersi” di fronte alla disgrafia.

L’atteggiamento che la scuola e di alcuni professionisti ha di fronte alle difficoltà di scrittura è sintomatico del proprio stesso fallimento. Vediamone gli elementi essenziali:

  1. Nella Scuola dell’Infanzia sempre più si cerca di insegnare la scrittura e la lettura (e il calcolo!) mentre ci si occupa sempre meno di fornire una base che sia prerequisito non solo degli apprendimenti curriculari, ma anche del modo di stare nel mondo.
  2. Sempre più spesso nella Scuola dell’Infanzia si cerca di insegnare scrittura, lettura (e calcolo) ricorrendo a schede ed esercizi ammaestrativi dimenticando che le abilità corporee, motorie e relazionali sono alla base della capacità di esprimere se stessi anche lasciando tracce certe.
  3. Nella Scuola Primaria il tempo è poco, le classi sono numerose e bisogna tuitti far presto: a volte si parte già a settembre del primo anno introducendo tutti i sistemi di scrittura e lettura: stampatello, corsivo e stampato minuscolo (che confusione!); altre volte a dicembre del primo anno si inizia a pretendere la scrittura corsiva precisa e veloce…una rincorsa orientata a produrre risultati e non processi.
  4. La professionalità degli specialisti si è progressivamente abbassata, delegando le modalità di recupero a strumenti a-relazionali (schede, software ecc.), molto sponsorizzati da certe case editrici.

Ma a che cosa serve il corsivo?
Proviamo a sintetizzare:

  • chi scrive in corsivo sa leggere il corsivo;
  • chi sa legare le lettere nel corsivo sviluppa capacità di pensiero attivando processi associativi che uniscono rappresentazioni mentali;
  • il corsivo contribuisce a sviluppare e comunicare un peculiare modo di essere.

Insomma, il corsivo è il tono e il timbro della nostra voce quando scriviamo.

Disgrafia: che fare?
Un bambino con problemi di scrittura dovrebbe essere aiutato a migliorare il proprio modo di lasciare traccia di sé. Sono rari i casi in cui riteniamo adatto rimandare o sospendere l’insegnamento del corsivo.
Per aiutare un bambino che presenta elementi di disgrafia è necessario ripartire dal corpo facendogli conoscere e riscoprire la corporeità che “abita”, favorendo il movimento e le abilità fini e grosso motorie, alimentando la motivazione a lasciare un segno di sé nel mondo, a esprimersi attraverso il gesto e il gesto che crea segni. Un percorso di aiuto che a partire dalla persona cerca di svilupparne le potenzialità, le abilità, le disponibilità.

La scrittura è un problema per te o per tuo figlio? Sospetti una disgrafia? Contattaci attraverso il form o telefonando direttamente ai nostri professionisti. Per questi temi ti suggeriamo:

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