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Disfunzioni e problemi sessuali

Sessualità e tipi di disfunzioni sessuali

La sessualità è di solito un tema che diverte, imbarazza, spaventa o… di cui non se ne parla. Specie se le cose non vanno come si vorrebbe. La vergogna e il disagio per una sfera così intima, pur estremamente importante dell’attività umana, può portare la persona che soffre di disturbi sessuali a non richiedere immediatamente un intervento.

Per disturbi sessuali si intendono quelle difficoltà che ostacolano o impediscono il rapporto sessuale: mancanza del desiderio, avversione sessuale, mancanza di eccitamento nella donna e carenza o mancanza dell’erezione nell’uomo, eiaculazione precoce, vaginismo; difficoltà o assenza del raggiungimento dell’orgasmo, che può manifestarsi tanto nella donna, quanto nell’uomo. Tutte le disfunzioni sessuali che hanno in comune, solitamente, una forte base ansiosa, con una tendenza al controllo, da parte del soggetto che ne soffre.

I Disturbi sessuali, quando si può escludere la presenza di una causa organica sottostante, sono caratterizzati da una qualche dinamica psicologica personale e/o interpersonale che interferisce negativamente sulla sfera sessuale dell’individuo.

Disfunzioni sessuali: caratteristiche

Tra le disfunzioni sessuali più comuni alcuni riguardano la fase del desiderio (distrurbo del desiderio sessuale ipoattivo, disturbo da avversione sessuale), la fase dell’eccitamento (disturbo dell’eccitamento femminile, disturbo maschile dell’erezione), la fase dell’orgasmo (disturbo femminile dell’orgasmo, disturbo maschile dell’orgasmo, eiaculazione precoce). Oltre a questi disturbi ci sono quelli legati al dolore durante il rapporto sessuale (dispauremia, vaginismo).

Il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo è caratterizzato da fantasie sessuali e desiderio di attività sessuale persistentemente o ricorrentemente carenti o assenti. Fra le cause individuali di basso desiderio sessuale si possono comprendere: convinzioni religiose, una personalità ossessivo-compulsiva, disturbi dell’identità di genere o di scelta dell’oggetto sessuale, fobie sessuali, timore di perdere il controllo sotto la spinta degli impulsi sessuali, paura della gravidanza, preoccupazioni per l’invecchiamento, fattori legati allo stress e all’affaticamento; fra quelle relazionali: mancanza di attrazione per il coniuge, scarse abilità sessuali del partner, differenze circa il grado di vicinanza ottimale reciproca, conflitti coniugali, soluzioni passivo-aggressive degli squilibri di potere, incapacità di fondere i sentimenti di amore con il desiderio sessuale. Proprio per questo il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo deve essere considerato un problema della coppia e non del singolo. 

Il Disturbo da avversione sessuale, invece, è caratterizzato da persistente o ricorrente estrema avversione ed evitamento di tutti o quasi tutti i contatti sessuali genitali con un partner sessuale e può essere concettualmente assimilabile ad una fobia specifica, sebbene anche in questo caso spesso si tratto di un problema di coppia.

 Il Disturbo dell’eccitamento sessuale femminile è la persistente o ricorrente incapacità di raggiungere o mantenere  fino al completamento dell’attività sessuale un’adeguata risposta di eccitazione sessuale con lubrificazione-tumescenza, mentre il Disturbo maschile dell’erezione è la persistente o ricorrente impossibilità di raggiungere o di mantenere un’erezione adeguata fino al completamento dell’attività sessuale. Nella maggior parte dei casi le difficoltà di eccitamento sono imputabili all’ansia circa la propria prestazione sessuale, al desiderio di fare “bella figura” con il partner, alla preoccupazione estetica circa i propri organi sessuali o circa il propri corpo, ad atteggiamenti negativi nei confronti del sesso e del piacere.

Il Disturbo dell’orgasmo (sia quello femminile che quello maschile) è persistente o ricorrente ritardo o assenza dell’orgasmo dopo una fase di eccitazione sessuale normale. Il giudizio di carenza o assenza, in genere, è fatto dal clinico, tenendo conto dei fattori che influenzano il funzionamento sessuale, come l’età e il contesto di vita del soggetto ecc. Nella forma più lievi il sintomo compare solo in situazioni ansiogene o con partner fonti di ansia; In altri casi la persona raggiunge l’orgasmo con la masturbazione solo dopo aver soddisfatto la partner. Alcuni individui tuttavia nel corso della loro storia personale non hanno mai sperimentato l’orgasmo neppure da soli.

L’eiaculazione precoce è, al contrario, la persistente o ricorrente eiaculazione a seguito di minima stimolazione sessuale prima, durante o poco dopo la penetrazione e prima che il soggetto lo desideri. Il clinico deve tener conto fattori che influenzano la durata della fase di eccitazione come età, novità del partner sessuale o della situazione e frequenza recente dell’attività sessuale. Sebbene alcuni autori abbiano tentato di definire l’eiaculazione precoce in base la lunghezza del tempo trascorso tra l’introduzione del pene e l’eiaculazione, occorre considerare la costruzione soggettiva della precocità e il significato ad essa attribuito dalla persona e, eventualmente, dal partner. A tal proposito già Masters e Johnson sostennero che l’eiaculazione è precoce quando la persona non è in grado di ritardare la sua eiaculazione e che in meno del 50% della sua attività sessuale sia soddisfatto. Diversi autori collegano l’eiaculazione precoce all’ansia da prestazione o ipotizzando che l’ansia attivi il sistema nervoso ortosimpatico responsabile appunto dell’eiaculazione o affermando che l’ansia avrebbe un effetto distraente.

 La Dispauremia non dovuta a condizione medica generale è la ricorrente o persistente dolore genitale associato al rapporto sessuale in un maschio o in una femmina, mentre il Vaginismo è il ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina che interferisce con il rapporto sessuale.

Disfunzioni e problemi sessuali: la consuelnza psicosessuologica

L’intervento clinico (consulenza psicosessuologica) per le difficoltà della sfera sessuale secondo l’approccio fatto proprio dai professionisti del Centro Studi Specialistici Kromos  deve sostituire l’implicito assunto della sessualità problematica con una elaborazione e una ricostruzione dell’esperienza sessuale all’interno delle relazioni nelle quali è messa in atto. I disturbi sessuali non dovrebbero essere considerati come sintomi da eliminare, ma come non più funzionali costruzioni dell’esperienza sessuale: pertanto gli obiettivi dell’intervento clinico devono essere condivisi e confrontati con le aspettative della persona e della coppia.

L’intento clinico non sarà quello di cambiare una persona per farla adeguare ad un modello di “normalità” e di efficienza, ma sarà quello, attraverso uno scambio reciproco, di favorire, in un cammino fatto insieme al cliente, l’emergere di nuovi scenari possibili. In termini operativi dopo una serie di incontri preliminari da dedicare all’osservazione e all’assessment della coppia (o del singolo), finalizzati a capire come le componenti costruiscono la sessualità, intesa nelle sue molteplici sfumature.

Solo in una seconda fase, concettualmente non separata dalla prima, sarà possibile dedicarsi all’intervento vero e proprio a che potrà o meno, a seconda dei casi, considerare l’opportunità di perseguire anche il cambiamento sintomatico nel breve periodo.

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